I miracoli di Gesù

(126)

Gesù guarisce l'anima di un peccatore malato, ma non il suo fisico (458.4 - 458.5)

L'uomo, steso sul lettuccio, col volto fra bende e pezze bagnate, smania e delira. Ma la voce, o il volere di Gesù, lo riconducono in sè e grida: "Perdono! Perdono! Non ricadrò più nel peccato. Il tuo perdono come l'altra volta! Ma guarire anche , come l'altra volta. Arria! Arria! Te lo giuro. Sarò buono. Non userò più violenza e frode, non..." l'uomo è pronto a tutte le promesse per paura di morire...
"Perchè vuoi tutto questo?" chiede Gesù. "Per espiare o perchè temi il giudizio di Dio?"
"Quello, quello! Morire ora, no! L'ìnferno!... Ho rubato, il denaro del povero ho rubato! Ho usato menzogna. Ho percosso il prossimo e fatto soffrire i famigliari. Oh!..."
"La paura non è buona. Pentimento ci vuole. Vero. Fermo."
"La morte o la cecità! Oh! castigo! Non vedere più! Tenebre! Tenebre! No!..."
"Se è brutta la tenebra degli occhi, non ti è orrenda quella del cuore? E non temi quella dell'Inferno, eterna, orrenda? La privazione continua di Dio? I rimorsi continui? Lo spasimo di aver ucciso te stesso, per sempre, nel tuo spirito? Non ami costei? E i figli non li ami? E tuo padre, tua madre, i fratelli, non li ami? Ebbene non pensi che non li avrai più con te se muori dannato?"
"No! No! Perdono! Perdono! Espiare qui, sì, qui... Anche la cecità, Signore.. Ma l'inferno no... Non mi maledica Iddio! Signore! Signore! Tu scacci i demoni e perdoni le colpe. Non alzare la mano a guarirmi, ma a perdonarmi e a liberarmi dal demonio che mi tiene... mettimi una mano sul cuore, sul capo.... Liberami, Signore..."
"Non posso fare due miracoli. Rifletti. Se ti libero dal demonio ti lascerò la malattia.."
"Non importa! Sii Salvatore."
"Sia come tu vuoi. Sappi approfittare della mia grazia che è l'ultima che ti faccio. Addio."
"Non mi hai toccato! La tua mano! La tua mano!"
Gesù lo accontenta e posa la mano sul capo e sul petto dell'uomo che, fasciato come è, acciecato dalle bende e dalla ferita, brancica convulso per afferrare la mano di Gesù e, trovatala, piange su essa, senza volerla lasciare andare finchè come un bambino stanco si assopisce tenendo ancora la mano di Gesù premuta contro la sua guancia febbrile.
Gesù sfila cautamente la mano ed esce senza rumore dalla stanza, seguito dalla donna e dai tre apostoli.
"Dio ti compensi, Signore. Prega per la tua serva."
"Continua a crescere nella giustizia, donna, e Dio sarà sempre con te." Alza la mano e benedice la casa e la donna ed esce sulla strada.
Il brusio si alza di tono per mille domande curiose. Ma Gesù fa cenno di tacere e di seguirlo. Torna sulla via. La notte scende lentamente. Gesù monta su una barca che si dondola presso la riva e parla di là.
"No. Non è morto e non è guarito, secondo la carne. Il suo spirito ha riflettuto sulle sue colpe, ha dato giusta direzione al suo pensiero, è stato perdonato perchè ha chiesto espiazione per avere perdono.